Leopardi era un figo, non certo uno sfigato

Leopardi era davvero un figo, come ci racconta Annalisa Strada – che la settimana scorsa abbiamo avuto il piacere di conoscere e con la quale abbiamo fatto una bella chiacchierata su un altro dei suoi libri, il delicato e toccante “Io, Emanuela”- oppure non lo era? Noi, la 3A, ci stiamo ancora interrogando su questo quesito e nel frattempo abbiamo cercato tra le pagine di questo libro qualche informazione in più, qualche curiosità sulla vita e sulla famiglia del nostro Giacomo che il libro di testo non riporta.
Abbiamo anche provato a metterci letteralmente nei suoi panni, cercando di capire che cosa ha provato quando ha perso “Silvia”, il suo primo amore di gioventù. Ne sono nate delle lettere, molto interessanti…qui di seguito riportiamo la più toccante, una splendida interpretazione della poesia “A Silvia” scritta da una ragazza che, a quanto pare, ha deciso che sì, Leopardi era davvero un figo.

“Mia Silvia,
è già da un po’ che te ne sei andata, lasciando il vuoto dentro di me, è stata improvvisa questa perdita, nessuno se lo sarebbe aspettato. Te ne sei andata come volano via le foglie del pioppo  con una folata di vento, con una leggerezza infinita e una delicatezza da farti stringere il cuore.
Sai, mia amata, giorni dopo sono tornato a quella finestra e il non vederti lì a tessere mi ha strappato il cuore. Mi strappa il cuore il sapere che in questo mondo tu non esisti più, che mai più tu dormirai nel tuo caldo letto, non mangerai più il tuo cibo preferito. Non hai vissuto, Silvia, non hai e mai potrai renderti conto delle occhiate colme di desiderio degli uomini che ti girano attorno o mai potrai andare a parlare d’amore con le tue amiche.
Rimpiangerò sempre di non averti mai parlato, di non averti mai rivolto un saluto o sorriso. Avevo paura, fifone come sono, di un tuo rifiuto o qualcosa di simile. Avevo paura che per te non fossi abbastanza, sì certo, io ero di famiglia nobile mentre tu no, però non è quella la cosa che mi fermava.
Ti definisco una persona pura, buona. Una persona bella dentro, piena di luce e di vita. Vedevi il buono in tutto, Silvia, e questo l’ho capito anche senza averti mai parlato. L’ho capito solo dal modo in cui guardavi il mondo con quel luccichio negli occhi, con quella speranza. Per questo non pensavo di meritarti, perché non sono ottimista, perché non vedo la speranza che vedevi tu, non vedo nulla di tutto questo, io vedevo solo te.
Eri così piccola, amore mio, ma al tempo stesso così grande. Mi hai dato un motivo per svegliarmi la mattina, eri tu quel motivo. Se avessi potuto ti avrei portata via da qui. Saremmo scappati insieme, lasciando indietro tutti quanti e pensando solamente a noi due. E forse, stando con te, amando te, mi avresti insegnato ad amare il mondo.
Ti avrei amato fino ad impazzire, fino alla morte. Ti avrei protetto da tutti i mali, coccolata sul nostro letto. Ma desso non ci sei più.
Se solo fossi stato un po’ più coraggioso, chissà dove saremmo adesso. Ti prometto, Fleur, che sarai dentro di me fino a quando il mio cuore non smetterà di battere e ci sarai anche dopo. Il mio cuore appartiene a te, sarà sempre e solo tuo amore mio.”

Al mio più grande amore, alla mia Silvia

PS: alcune volte da quella finestra sento ancora la tua voce canticchiare qualcosina. Continua a farlo Fleur, riesco a dormire meglio.

(Autore: Alessandra)

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