A scuola di…giallo!

Torna l’appuntamento con “A scuola di…giallo!” con un altro entusiasmante racconto che porta la firma di tre aspiranti giallisti. Riuscirete a scoprire il colpevole? Buona lettura!!

DELITTI IN PARADISO

Era un normale venerdì pomeriggio per la parrucchiera Concetta e il figlio Marco, del 13 settembre 2025 a Wholululu, una città tropicale. Il giorno seguente sarebbe stato un giorno speciale per Marco dato che ci sarebbe stato un matrimonio tra lui e Francesca, una ragazza del paese. Marianna, la madre di Francesca, si recò presso il salone di Concetta per farsi l’acconciatura per il matrimonio del giorno dopo, così si mise a sedere con un bicchier d’acqua a fianco e si fece fare i bigodini. Concetta disse: “Trenta minuti e abbiamo finito”.

La famiglia di Marianna era di un certo calibro in città, aveva un’azienda di successo e guadagnavano molti soldi, dai ventimila ai venticinque mila euro al mese, non erano gli ultimi arrivati.

Il trattamento era finito e Marco andò a togliere i bigodini alla signora, ma qualcosa non andava, Marianna non si muoveva più e aveva una macchia rossa enorme sul petto, Marco urlò: “E’ morta!” dicendo poi alla madre di andare al telefono fisso davanti al marciapiede, per chiamare un’ambulanza anche se non c’era ormai più niente da fare.

Joseph era in centrale che stava parlando con il suo pappagallo Ella, quando ricevette una telefonata. Era chiamato in servizio a causa di un omicidio in Via Colombo, così prese la macchina e ci arrivò in poco tempo.

La vittima era la signora Marianna Door e dopo l’intervento della scientifica, Marianna sembrava essere stata uccisa attraverso un taglio di una lama stretta e appuntita alle ore 17:20, confermate poi dai testimoni Marco e Concetta a cui l’investigatore fece un interrogatorio.

Joseph chiese se la vittima avesse persone “nemiche” o contatti particolari con altra gente, e i due indiziati risposero che era possibile, data l’importanza che aveva la sua azienda, ma comunque nessuno in particolare; chiese dove fosse stata la vittima prima di arrivare al salone ma niente, non lo sapevano, e infine chiese se avesse figli o parenti, così i due informarono l’investigatore del matrimonio del giorno seguente tra lo stesso Marco e la figlia di Marianna, Francesca e della presenza di una sorella, un po’ fuori dagli schemi, di nome Trixy.

Dopo questo interrogatorio Joseph si procurò un mandato di perquisizione e perlustrò ogni angolo del salone, spaventandosi anche un po’, perché il suo pappagallo aveva una fobia per le lavatrici in azione e ce n’era proprio una nel salone. Finita la perquisizione l’investigatore tornò a casa, godendosi il panorama fantastico sul lungomare, lasciò il cibo per il pappagallo comprato durante il ritorno e andò dalla sorella Trixy e dalla sposa Francesca a fare delle domande alle due. Niente di niente, nessuna delle due ragazze sapeva qualcosa, seppero solo dire che la madre soffriva di insonnia; a questo punto Joseph fece ancora una volta le condoglianze e tornò a casa a cenare in riva al mare, poi si fece un bagno notturno per rilassarsi e andò a letto.

La mattina dopo l’investigatore si alzò alquanto presto, fece colazione al bar dicendosi: “Davvero sublime questa colazione”, e dopo corse in centrale a fare uno schema sugli appunti presi il giorno prima per l’omicidio.

Scrisse tutto quello che gli avevano detto, poi disse tra sè e sè:

“I sospettati, Marco e Concetta, erano gli unici ad aver potuto uccidere Marianna, perché erano solo loro tre nel negozio, a meno che un’altra persona non fosse entrata dalla porta sul retro, e sarebbe stata talmente veloce da entrare e uscire in un tempo brevissimo.

Il movente non c’era, il giorno dopo poi sarebbe stato il giorno del matrimonio e senza Marianna non si poteva fare.

Le due sorelle non potevano essere state, erano tutte e due a casa, all’ora del delitto, e infine poi l’arma, dov’era finita, e che arma era?”

All’investigatore mancavano ancora molte cose, quando squillò il telefono. Era la scientifica, diceva che le due sorelle, al momento del ritiro dei vestiti della madre, si lamentavano, a causa della mancanza di una giacca, particolarmente costosa, di Gucci, allora Joseph attaccò il telefono e si precipitò a casa delle sorelle per capirci qualcosa.

Una volta arrivato, in casa c’era solo la ex sposa. Diceva che Trixy era andata a fare un giro da sola, ma Joseph non ne era del tutto convinto, ma lasciò perdere, o almeno per il momento. Fece delle domande sulla giacca scomparsa. Francesca disse: “Non ci hanno restituito una giacca molto costosa che mia madre portava sempre con sè”. L’investigatore chiese: “Quando è stata l’ultima volta che Marianna ha indossato questa giacca?”

“Proprio nel salone in cui è venuta a mancare”.

Di conseguenza il nostro Joseph andò al salone con il suo pappagallo, ma vide qualcosa che non doveva vedere. Era in corso una conversazione particolarmente agitata tra Marco e Trixy. L’ispettore un po’ arrogante si disse: “Ma quanto sono forte”.

Ma non poteva complimentarsi troppo, ascoltò la conversazione appuntandosi tutto. Marco disse: “Basta chiudiamola qui, diciamo tutto a Francesca, non si può andare avanti cosiì”. Trixy rispose: “Dobbiamo mantenere il segreto ancora per un po’, poi quando le acque si saranno calmate lo diremo”.

L’ispettore registrò tutto e, tutto contento, aspettò che quei due se ne andassero e cercò in lungo e in largo la giacca scomparsa, ma non la trovò. Quando stava per uscire dal negozio però notò una cosa.

C’erano dei frammenti di una sostanza rossa per terra, era secca, sembrava sangue ma non ne poteva essere certo, cosi ne prese un po’ e la portò alla scientifica per farla esaminare il più in fretta possibile. Erano le due del pomeriggio, cosi mangiò fuori con Ella in un ristorante a cinque stelle e addirittura sotto una palma, per non farsi mancare niente, poi se ne tornarono a casa. Joseph alle Quattro uscì di casa e andò da Trixy supponendo fosse a casa, per vedere se si era convinta a confessare anche se lui sapeva già.

“Buon pomeriggio investigatore, posso aiutarla in qualcosa?”

“Sì signorina, vorrei sapere se ci sono delle novità che lei può sapere, non so, magari ha sentito qualcosa in città, oppure delle persone con dei comportamenti strani, mi dica lei, sua sorella non ha saputo dirmi niente”

“Niente in particolare signore, perché me lo viene a chiedere proprio a me?”

“Sto facendo domande a tutti signora, è il mio lavoro, sicura che non ha niente da dirmi?”

“No signore, e ora che abbiamo finito può anche congedarsi, prego la porta sa dov’è”

“Mi dispiace signora ma non abbiamo ancora finito, senta”

Joseph le fece sentire la registrazione della conversazione avuta, “Ora sì che ha qualcosa da dirmi signora”

Lei rimase a bocca aperta in paralisi, la sigaretta che teneva in mano le cadde di colpo, non sapeva cosa dire, “Avevo una relazione con Marco”

Scoppiò in lacrime, la ragazza si sentì in colpa ma affermò che non era stata lei a commettere l’omicidio.

L’ispettore si vantò ancora di più, dicendo: “Sono troppo forte, fermatemi”.

Nel mentre arrivarono anche i risultati della scientifica, non era sangue ma colorante rosso, iniziavano a collegarsi un po’ di cose, ma non aveva trovato ancora la giacca e l’arma del delitto. Erano le nove di sera, era parecchio tardi, non aveva ancora cenato, così non si fece mancare nulla, prese un Gran Crispy Mcbacon per lui e il suo pappagallo e se ne tornò a casa a dormire. Fatto sta che non riusciva a chiudere occhio, sarà per il cibo pesante o per il caso?

Tirò fino alle 6:30 a letto, poi si alzò con l’intento di trovare quella dannatissima giacca, si fece procurare un altro mandato e ricercò da cima a fondo nel salone quella giacca, e indovinate, non la trovò, ma in compenso trovò un bicchiere vuoto, e disse: “Ma cosa me ne faccio di un bicchiere” il pappagallo intervenne ripetendo: “SCIENTIFICA, SCIENTIFICA” e Joseph accontentò il pappagallo facendo analizzare il bicchiere, non restava che aspettare.

18:48, arrivò una telefonata dalla scientifica con i risultati, erano state rilevate delle impronte, della vittima, e di Concetta, ed erano stati trovati dei residui di una sostanza non identificabile. L’investigatore non capiva cosa c’entrasse questa sostanza con un taglio di un’arma.

Mentre era sulla via del ritorno, il pappagallo iniziò ad urlare: “LAVATRICE, LAVATRICE”, l’ispettore si spaventò e lo giustificò per la sua fobia, ma… Joseph si fermò un attimo in strada e disse: “Ma certo ora è tutto chiaro!”

Iniziò a blaterare dicendo parole a caso: “Questo con quello, questo con quest’altro, quella con questo…”

E fece radunare i sospettati e le sorelle al salone.

Concetta subito chiese il motivo del raduno e Joseph disse: “So chi è stato a commettere l’omicidio, ora vi spiego tutto davanti a questo fantastico tramonto”.

C’era un’aria al quanto tesa, Joseph prese in mano il suo gesso e scrisse sulla sua lavagna tutte le persone presenti al raduno.

“Cominciamo dall’inizio. Ore 17:20, mi è arrivata una telefonata dalla polizia del posto, dicendomi di un omicidio in via Colombo. Ore 17:25, sono arrivato al salone, e ho fatto gli interrogatori e tutto quello che fa un normale investigatore, ma cosa è successo esattamente trenta minuti prima dell’omicidio?”

Concetta disse: “Dovrebbe saperlo lei, non faccio di certo io l’investigatrice”

“Proprio lei me lo dice signora, la prego di ascoltare il mio pensiero. 16:40, la signora Marianna Door entra nel salone, dice l’acconciatura che deve fare e Concetta la fa sedere per fare i bigodini, accanto a un bicchier d’acqua, dicendole che il trattamento sarebbe durato all’incirca trenta minuti. Passati questi minuti Marco va dalla signora Marianna, per toglierle i bigodini, ma era morta. Concetta chiama dal telefono fisso i soccorsi e si svolge quello che ho detto all’inizio, confermate?”

Echeggiò un sì in coro da parte dei sospettati.

Continuò l’investigatore: “Be’ non è andata proprio così, o meglio sì, ma con più dettagli. Non sono stati trovati la giacca della vittima, l’arma del delitto, e non è stata identificata una sostanza presente dentro al bicchier d’acqua, ma era presente del colorante rosso sulla scena del delitto. Perché è presente del colorante, vi starete chiedendo, ebbene la macchia rossa presente sui vestiti non era sangue, anzi sì era sangue, ma non sulla giacca scomparsa. Sapete, il mio pappagallo ha una fobia per le lavatrici in corso, ed è solo grazie a Ella se ho risolto il caso”.

L’investigatore invitò i sospettati a entrare nel salone, nello sgabuzzino, dove c’era la lavatrice. “Se io ora apro la lavatrice, guardate, ecco a voi la giacca scomparsa”

La giacca era sempre stata lì, l’omicida l’aveva messa a lavare per togliere il colorante.

Joseph continuò: “Così si spiega di conseguenza tutto il resto, Marco ha qualcosa da dirci?”

“No niente, non ci sono prove contro di me”

“Questo lo dice lei, la vicenda si è svolta così, Marianna entrò si sedette a fare il trattamento e alla fine quando Marco andò da lei a toglierle i bigodini, era morta. No invece, era ancora viva stava solo dormendo. Trixy e Francesca, confermate che mi avete detto che vostra madre soffriva di insonnia?”

“Confermiamo”

“Ebbene Marco sapeva di questo, e sapeva anche che la vittima portava sempre con sè il sonnifero, il quale era anche molto pesante, nella borsa. Dunque Marco ne prese un bel po’ di nascosto e lo mise dentro il bicchiere, per poi darlo a sua madre che lo avrebbe dato alla vittima. Si spiegano anche le impronte di Concetta sul bicchiere al posto di quelle di Marco. A seguire poi sarebbe stata la volta del colorante, che Marco aveva messo sulla giacca, per inscenare il sangue, e poi Marco mandò sua madre a chiamare i soccorsi, che nel panico andò al telefono fisso, al posto di usare quello portatile.

Grazie a questo Marco ha avuto il tempo di uccidere veramente la vittima, e di portare la giacca sporca di colorante in lavatrice, ma una cosa manca, l’arma del delitto; cos’era e che fine ha fatto?”.

Joseph invitò i sospettati ad andare sul retro del salone.

“Vi starete chiedendo perché siamo qua. Guardate. Ella sali sul tetto”.

Joseph mandò sul tetto Ella e scese con un paio di forbici, piene di sangue secco e crostoso.

“Ecco a voi l’arma. L’omicida, mentre era ancora solo, dopo aver ucciso la vittima, uscì dalla porta sul retro e scaraventò l’arma sul tetto, infatti se andiamo a controllare il numero di forbici, ne mancherà una.

Vuole controllare signora Concetta”

“E’ vero. C-come è possibile, non può essere, mio figlio ha ucciso una persona, la madre della tua sposa, vergognati, non sei mio figlio”

La donna scoppiò in lacrime, abbracciando Francesca. Singhiozzando, le sue lacrime sfilavano dolcemente sulla sua guancia liscia, tra i lamenti e gli urli che la madre faceva, non avrebbe mai accettato questa cosa.

Joseph proseguì con la spiegazione: “Ma tutto ciò perché? Qui devo dire grazie alla signorina Trixy, vuole dirlo lei?”

Un silenzio inquietante e buio continuo per tre secondi, e l’investigatore senza perdere tempo, continuò: “Bene, l’omicidio è stato commesso a causa di una conoscenza di troppo da parte di Marianna… Marco e Trixy avevano una relazione, e lei lo sapeva, aveva intenzione di dirlo durante il matrimonio, ma Marco lo venne a sapere, così la uccise, per metterla a tacere.”

Un secondo silenzio si fece strada tra i rumori della grondaia, a causa della pioggia, quando Francesca si alzò e tirò un ceffone alla sorella, e poi a Marco. Si mise a piangere, il mascara che aveva messo si rovinò, cadde a terra e dall’imbarazzo corse via, i tacchi che portava facevano un rumore inquietante, il ticchettio era in perfetta sintonia con le gocce d’acqua che sbattevano sul ferro arrugginito della grondaia, una scena che all’investigatore colpì particolarmente, e disse sgarbatamente: “Signore lei è in arresto per l’omicidio di Marianna Door”; due poliziotti di alta statura lo ammanettarono, e lo portarono in centrale. “E’ arrivato il momento di congedarsi, signorina Francesca, e signora Concetta volete un passaggio?”

Le due accettarono, e lasciarono lì Trixy sotto la pioggia,

“Dovresti vergognarti lurida p******” disse Concetta, e la ignorarono tornando a casa, tra la notte profonda e la tristezza di aver perso una madre, una sorella e un figlio.

Francesco, Daniele, Luca

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